Dopo due anni di pandemia, ancora in corso, a circa due mesi dall’inizio dell’anno, il 2022 ci pone davanti a un conflitto tra la Federazione russa e l’Ucraina.
È la prima volta che i ragazzi della nuova generazione sentono parlare di una guerra a loro vicina.
Certamente non bastano pagine su pagine per chiarire le posizioni di una parte e dell’altra del conflitto. Con altrettanta certezza, però, è necessario soffermarsi a comprendere quale sia la gravità di quello che stiamo vivendo. Il mondo è invaso da guerre ovunque, ma mai una guerra ci è stata così vicina. Il ripudio della guerra è uno dei valori fondamentali inserito nell’articolo 11 della Costituzione dai nostri padri costituenti, ed è più che evidente quanto questo sia un valore incarnato nella stragrande maggioranza degli italiani, ancor più nei ragazzi.
Ebbene, noi giovani abbiamo a poca distanza una situazione tragica e purtroppo concretamente possiamo solamente fare un dono verso chi si trova in difficoltà, verso i civili che si trovano ingiustamente coinvolti nel conflitto, verso chi rischia di perdere la vita da un momento all’altro.
Forse è anche giusto riflettere ipotizzando cosa succederebbe se il conflitto toccasse la nostra nazione. D’altronde l’ipotesi che la guerra ci tocchi concretamente è davvero distante? Anche solo immaginare che un escalation della guerra porti il conflitto anche nel nostro paese è difficile.
Il concetto di guerra combattuta fisicamente probabilmente è molto lontano dall’immaginario di molti giovani, tanti dei quali fino a qualche tempo addietro ritenevano che la guerra militarmente combattuta fosse, nei paesi sviluppati, solamente qualcosa di legato ai manuali di storia.
Giovanni De Mauro sull’Internazionale ci offre un importante spunto di riflessione riportando le parole di Jean Jaurès: “L’umanità è maledetta se per dare prova di coraggio si condanna eternamente a uccidere. Il coraggio oggi non è far vagare sul mondo la terribile nube della guerra. Il coraggio non è lasciare alla forza la soluzione di conflitti che la ragione può risolvere”1.
Se l’umanità al giorno d’oggi, nella società in cui viviamo, con tutti gli strumenti che la tecnologia e la ricerca ci offrono, si riduce alla guerra, è di tutta evidenza che si squalifica da sola. È altresì di tutta evidenza che la storia non è magistra vitae, perlomeno non lo è per chi non è disposto ad apprenderne i più importanti insegnamenti.
Dunque cosa possiamo fare noi giovani, cosa possiamo fare oltre a donare quanto possiamo a chi è in questa terribile situazione?
Sicuramente nel nostro piccolo possiamo portarci avanti offrendo uno sguardo al futuro; possiamo studiare, studiare la storia, studiare quello che succede oggi per non commettere un domani gli stessi errori che vengono ora commessi.
Nella speranza che ci siano meno vittime e danni possibili, che il conflitto si risolva il prima possibile e che l’umanità capisca quanto sia importante il ripudio della guerra, facciamo nel nostro piccolo quel che possiamo: aiutiamo chi è in difficoltà, apprezziamo il valore della vita e della pace e riflettiamo oggi per non sbagliare un domani.
di Daniele Fois
1 Coraggio, articolo di Giovanni De Mauro pubblicato sul numero 1448 del 18 febbraio 2022 dell’Internazionale