Intervista alla professoressa Barbara Mattana
La professoressa Barbara Mattana, docente di Disegno e Storia dell’Arte nel nostro Liceo, partendo dalla attuale situazione che ci vede in attesa di poter riprendere la quotidianità secondo ritmi scanditi anche dal nostro impegno scolastico, ha pensato a come realizzare un lavoro sullo spazio-tempo sospeso invitando ciascuno a confrontarsi con le opere d’arte che provano a descrivere la stessa esperienza.
1) Cosa l’ha spinta a proporre un lavoro di questo tipo?
In questi giorni durante i quali siamo costretti a stare a casa, anche portare avanti le attività è diventato più complicato. Il nostro pensiero corre spesso alla situazione di emergenza che stiamo vivendo e a volte è difficile trovare la concentrazione necessaria per trovare attività accattivanti destinate gli studenti che ogni giorno si trovano di fronte allo schermo del proprio pc, privati dell’interazione diretta con il docente e con i propri compagni. Spesso anche le notizie dei media o i social propongono immagini di opere d’arte che vengono interpretate e collegate con la situazione presente. Le opere, soprattutto quelle moderne e contemporanee, si prestano ad un’interpretazione più libera e soggettiva, così ho proposto ai ragazzi una chiave di lettura di alcuni testi visivi, pensando che potesse essere interessante anche per loro individuare delle opere da mettere in relazione con l’attuale dimensione di attesa che stiamo affrontando.
2) In che modo l’arte è capace di dare voce ai sentimenti?
Molto spesso gli artisti, talvolta anche geograficamente lontani, producono opere che si esprimono con linguaggi simili, interpretando fenomeni o contesti esistenziali che ci accomunano nonostante le distanze. Credo che i ragazzi possano, riflettere e raccontare il modo in cui vivono questo momento anche attraverso la lettura di un’opera nella quale ricercano e ritrovano elementi che raccontano una dimensione sospesa.
3) Quale potrebbe essere il lavoro che possono fare gli alunni, anche non suoi, davanti a questa proposta?
Il lavoro è quello di individuare un’opera in cui ritrovano una dimensione che appare ai loro occhi sospesa, non definita in termini di spazio e di tempo, spiegando il motivo della loro scelta.
4) Quale si aspetta che possa essere la ricaduta di questo lavoro sugli studenti, dal punto di vista della crescita personale?
Intanto credo che provare a leggere un’opera sia un esercizio sempre utile, naturalmente per individuare gli elementi richiesti è inevitabile spingersi a conoscere l’opera oltre il dato apparente del gusto personale. Andare oltre il semplice “scelgo questa perché mi piace”, è un invito ad andare oltre gli aspetti superficiali.
5) Quali pensa che possano essere altri ambiti in cui applicare questo tipo di lavoro e di riflessione? E come impostare un lavoro simile?
Credo che lo stesso tipo di analisi possa essere applicato ad altre forme espressive, come la fotografia, la musica o la poesia; naturalmente adeguando gli elementi dell’analisi al linguaggio specifico.
di Arianna Basciu
Pubblichiamo di seguito il lavoro della prof.ssa Mattana
In sospeso
Carissimi ragazzi,
questa condizione straordinaria in cui ci ritroviamo, ci invita anche a riflettere e a guardare con più attenzione ciò che a volte distrattamente incontriamo, tra questo spesso anche ciò che pensiamo di conoscere bene, forse per abitudine o per eccessiva sicurezza. In questi giorni, viviamo un po’ IN SOSPESO, in attesa che qualcosa accada, che questo tempo di attesa si concluda e ci consenta di riprendere le nostre attività che mai come oggi ci appaiono così importanti. Vorrei proporvi alcune opere che raccontano a modo loro spazi sospesi e frammentati, contesti senza tempo, assenze.. condivido con voi le mie riflessioni e vi invito a partecipare, proponendo un’opera che a vostro avviso racconta di spazio e tempo sospesi. Aspetto il vostro contributo con le vostre riflessioni certa che saprete sorprendermi con il vostro sguardo attento, buona ricerca.
Già nel Seicento la dimensione spazio-tempo occupata dall’individuo subisce una radicale rilettura, dal momento che le scoperte scientifiche mettono in crisi la centralità dell’uomo e del suo mondo di fronte ad un universo che in realtà si rivela in tutta la sua infinitezza. Anche attraverso l’arte questa nuova consapevolezza si manifesta e ne sono un esempio le volte “sfondate” del Seicento, come quelle di Andrea Pozzo che ci invitano a guardare oltre, in uno spazio senza limiti di tempo e di dimensione.
Ma è nel XX secolo, in seguito alle ricerche sulla relatività, che il problema della quarta dimensione diventa preponderante; ad affrontarlo concretamente saranno i fondatori della corrente cubista George Braque e Pablo Picasso, interpretandolo attraverso la frammentazione di oggetti e di persone che esistono nello spazio e perdurano nella memoria, conosciute oltre la loro esistenza apparente.
Da qui la frattura, ormai inevitabile e insanabile, dell’uomo che esplora il mistero del non-noto, fuori ma anche dentro di sé; sostenuto dalle nuove ricerche della psicoanalisi l’artista ci invita a osservare oltre le apparenze,
ci invita a spingerci oltre, dove il silenzio e la solitudine diventano gli unici soggetti, là dove è possibile osservare l’esistente nella sua unica essenza, priva di azione umana, immobile, in un istante del tempo sospeso
Fino a superare il limite dell’oggetto, su una tela dove, attraverso i tagli, l’artista perpetua una dimensione spaziale che non ha né inizio né fine.
di Arianna Basciu
Delicatamente determinata, non si tira indietro se c’è qualcosa di importante da fare per qualcuno o se vale la pena intrattenersi con leggerezza. P.S.: Ah e ama Grey’s Anatomy.