Il Pacinotti vince la quarta edizione del T-Challenge 2024

Al Teatro Massimo di Cagliari, si è svolta la cerimonia di premiazione della quarta edizione del T-Challenge 2024, la “sfida teatrale”.

Il Liceo Pacinotti ha vinto il primo premio nella quarta edizione del T-Challenge 2024, con lo spettacolo “Giulietta & Romeo”, dall’omonima tragedia di Shakespeare, adattamento e regia di Daniel Dwerryhouse, con Beatrice Assorgia, Elisa Carta, Lucrezia Casula, Elena Corda, Davide Graziani, Martina Lai, Sabrina Mazzoli, Luca Musanti, Sara Parasuco, Viola Piras, Valentina Ribichesu, Agata Salaris, Francesca Stara, Niccolò Usai.

Martedì 14 maggio 2024, al Teatro Massimo di Cagliari, si è svolta la cerimonia di premiazione della quarta edizione del T-Challenge 2024, la “sfida teatrale”. Alla rassegna hanno partecipato otto scuole di Cagliari e un liceo di Iglesias.

Lo spettacolo “Giulietta & Romeo” del Liceo Pacinotti ha vinto il primo premio, a pari merito con il Liceo Asproni di Iglesias, che ha messo in scena la tragedia “Le supplici” di Euripide.

Una giuria tecnica, presieduta da Elena Pau, attrice e direttrice de “La fabbrica illuminata” e formata da Tatiana Floris, organizzatrice di “Cada Die Teatro” e Giulia Sanseverino, referente Sardegna Premio Strega Giovani, ha assegnato il primo premio allo spettacolo “Giulietta & Romeo” con la seguente motivazione:

Spettacolo di accurata raffinatezza nella scelta di luci, musiche e costumi. rivisitazione drammaturgica calzante per i ragazzi che hanno restituito un’interpretazione autentica e altamente poetica.

La giuria popolare, composta da otto studenti (Miriam Agus, Niccolò Caddeu, Luca Cocco, Gabriele Festa, Sofia Mereu, Michele Pirastu, Alessia Sanna, Alice Spiga), coordinati da Giuseppe Antelmo, esperto di educazione alla visione teatrale e formazione del pubblico della “Casa dello Spettatore”, ha scritto sullo spettacolo la seguente motivazione: «Per la cura nella riduzione e nell’adattamento del testo di Shakespeare. Per aver consentito a molti di incontrare e scoprire, sia tra chi è stato in scena sia tra chi è stato in platea, una grande storia e un grande autore. Per l’evidente impegno richiesto dalla messa in scena dell’opera. Per l’occasione offerta di confrontarci sul valore dell’amore e sui conflitti generazionali. Infine, per aver fatto emergere e valorizzato un talento naturale».

La rivisitazione della tragedia “Romeo e Giulietta” del regista Daniel Dwerryhouse non è una semplice attualizzazione del testo di Shakespeare, ma il riuscito tentativo di cucire su misura dei giovanissimi interpreti una partitura, in cui il testo originale dell’opera si mescola con fatti della loro vita quotidiana, per esempio quando la “migliore amica” di Giulietta, Martina Lai, racconta, come parlando con se stessa, che loro due sono amiche perché si conoscono dalla materna e frequentano insieme il liceo Pacinotti. Originale è la scelta di far parlare fuori scena gli adulti, le madri e i padri dei protagonisti. Significativi sono anche i riferimenti alla grave situazione che sta vivendo la nostra società, che come la Verona dell’epoca è immersa in conflitti che ci coinvolgono tutti sempre di più.

La scenografia è povera e vuota, prevalgono i colori cupi, i costumi, di Maria Teresa Fadda, sono essenziali e raffinati, le attrici indossano camicia bianca e gonna nera, cui l’aggiunta di un drappo rosso rivela di volta in volta il personaggio di Giulietta, interpretato da sei attrici diverse. Le scene corali sono complesse e riuscitissime, vere e proprie coreografie: la festa, gli scontri armati, la ricerca angosciosa, nel buio illuminato dalle torce, degli amanti scomparsi, la impressionante scena finale in cui una lunga e terribile apostrofe è gridata in coro, al ritmo cadenzato di una marcia: “Montecchi, Capuleti, vergogna, voi adulti sulla morte ci avete cresciuto, con l’odio ci avete sfamato e la morte vi abbiamo restituito e l’amore è stato ammazzato…”

Da segnalare la riuscitissima scelta delle musiche e le basi musicali suonate al pianoforte da Niccolò Usai con grande bravura. Molto coinvolgente la canzone dal titolo “Tic tac”, composta da Luca Musanti, in cui il lugubre ticchettio del pendolo rivela l’inesorabile scorrere del tempo verso la tragica fine dei due amanti. La bellissima locandina dello spettacolo è una creazione di Sara Parasuco.

LocandinaBravissimi, ispirati e generosissimi verso il pubblico, gli attori sulla scena: Luca Musanti, che interpreta il narratore, la Pace, il principe, con bravura impeccabile, abilissimo nel creare con il pubblico un rapporto di empatia, fin dalla sua prima apparizione; Martina Lai, che interpreta la nutrice, qui la migliore amica di Giulietta, con grande bravura, per l’ironia e il solido realismo che sa trasmettere al personaggio; Francesca Stara, la prima Giulietta, credibile e sottile nell’interpretazione di una giovane timidamente ribelle e curiosa nella scoperta del primo amore; Lucrezia Casula, bravissima e versatile nel dar vita a un Mercuzio strabiliante, brillante e vivace nella prima parte, incredulo e renitente di fronte a una morte inopinata e improvvisa; Sara Parasuco, un Benvolio credibile e misurato, fedele amico di Mercuzio, sua spalla ideale nella lieta e nella cattiva sorte; Davide Graziani, perfetto nel ruolo di Romeo, giovane sempre tormentato e pensoso, travolto da un amore appassionato e contrastato;  Elisa Carta, che interpreta con grinta e decisione il carattere stolido e attaccabrighe di Tebaldo; Viola Piras, che rende benissimo la sicurezza e l’arroganza del ricco e bellissimo Paride, presenza inquietante e muta in diverse scene; Niccolò Usai, che dà vita con grande espressività a un frate Lorenzo pacato, saggio e fatalista, incolpevole e rassegnato strumento del tragico destino dei due amanti; Agata Salaris, una Giulietta dal balcone prima sognante e incerta, poi sicura di ciò che vuole nel dialogo con il suo Romeo; Beatrice Assorgia, che interpreta una Giulietta romantica e innamorata dando al personaggio grazia e poesia; Valentina Ribichesu, una Giulietta intensa che sa ben esprimere il dramma interiore della giovane che, pur innamorata, sente tutta la solitudine e la tristezza della sua condizione; Sabrina Mazzoli, che sa esprimere bene lo stato d’animo tormentato e incerto di Giulietta, piena di paura, ma troppo desiderosa di coronare il suo sogno d’amore per potersi tirare indietro; Elena Corda, l’ultima Giulietta, dolcissima ed eterea, che si risveglia languida e piena di speranza dal lungo sonno, ma quando scopre che il suo amore è morto, con trattenuto orrore ne condivide la sorte.

Al regista Daniel Dwerryhouse va riconosciuta la bravura nell’aver messo in scena uno spettacolo coinvolgente, e il merito di aver saputo creare un gruppo affiatato di attori e attrici che sul palcoscenico hanno dato il cuore, facendo emozionare e commuovere il pubblico dall’inizio alla fine.

Nicoletta Piu
Docente referente del Progetto T-Challenge



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